QUESTO NON SI FA. E’ UNA COSA BRUTTA E CATTIVA - Seconda parte
Prendiamo per esempio un bambino di due anni e mezzo che ha il vizio di tirare i capelli alle bambine. È probabile che non lo faccia per cattiveria ma semplicemente perché trova affascinanti le grida di chi gli sta vicino, o la lunghezza o il colore dei capelli delle sue compagne. Il giorno in cui la mamma gli spiegherà per bene che tirare i capelli “fa male”, il piccolo smetterà di fare questo dispetto. Lui ha ben chiaro il concetto che "fare male è una cosa brutta e cattiva."
Non bisogna però scaricare sui genitori l’intera responsabilità del comportamento morale e sociale dei figli. La loro educazione dipende dall’intero ambiente che li circonda. Il bambino vive molte e diverse situazioni: all’asilo o a scuola con i coetanei, a casa propria ma anche di parenti o amici; vede film e cartoni alla tv (l’influenza dei media sui piccoli è fortissima). Tutte queste situazioni permettono al bambino di osservare come gli altri si comportano. Ha una grande influenza su di loro se questi “modelli di osservazione” si contraddistinguono per lealtà o per scorrettezza.

Il ruolo di mamma e papà in questo caso è quello di dar loro il giusto esempio e comportarsi correttamente, non ammonendoli continuamente. Non serve a nulla rimproverare il bambino perché a scuola ha offeso la maestra se poi a casa si parla di lei come di una “cretina che non capisce i bambini”. È inutile spiegare al piccolo che le bugie non si dicono e poi promettergli di portarlo al parco, al cinema o a prendere un gelato e non farlo. Infrangere una promessa equivale a mentire, ovvero a dire le bugie. I bambini imparano ogni giorno quali sono le cose giuste e quelle sbagliate. Un buon esempio rafforzerà quindi la loro moralità.
Concludendo, ecco alcuni consigli ai neo-genitori:
Create occasioni per parlare col vostro bambino di come ci si comporta. Ad esempio, quando gli leggete una favola o guardate insieme la tv, provate a chiedergli: “È giusto o sbagliato quello che ha fatto quel personaggio?”
Cercate di educarlo con affetto e immedesimazione, lo aiuterà a diventare capace di pensare con la propria testa.
Dimostrate sensibilità e attenzione per i suoi problemi (anche se a voi possono sembrare stupidaggini) e siate sempre incoraggianti (mai negativi).
Non concentrate l’educazione sui rimproveri. È dimostrato che i bambini sgridati in continuazione mentono di più o fanno le cose di nascosto proprio per paura dei rimproveri.
Concentrate la vita familiare su delle regole fisse ma siate anche pronti a discuterne col bambino all’occorrenza.
Il processo di trasformazione di un bambino da “conoscitore di regole” a “utilizzatore di regole” è lento e non privo di ostacoli. Se però il bambino acquista la consapevolezza che comportarsi in modo leale e corretto gli permette di raggiungere i suoi scopi e addirittura di essere felice, diventerà normale e automatico per lui adottare questi valori nella sua vita.
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